ティーノ作皇帝ハインリッヒ七世の墓のルネッサンスへの影響〔9〕14世紀フィレンツェ派祭壇画-中の続編-
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概要
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La "Pala Strozzi" di Andrea Orcagna del 1357 fu considerate da Millard Meiss nel suo "Painting in Florence and Siena after the Black Death" come l' opera piu' rappresentativa riflettente il clima dopo la peste del 1348, cioe' il clima irrazionale, poco naturale e tendente al misticismo. E per esempio, il modo di porre al centre della composizione la figura frontale e grandiosa di Cristo in dominio, secondo il Meiss, non esisteva nei polittici della prima meta' del Trecento, bensi' esisteva nelle tavole d' altare del - Duecento. Ed il fatto mostro, sempre secondo lui, la simpatia d' Orcagna per lo stile arcaico quale antitesi all' arte naturale e razionale di Giotto e dei giotteschi. Ma penso che il polittico Stefaneschi, la "Prova del fuoco davanti al Sultano" della Cappella Bardi sempre di Giotto, il "Trionfo di San Francesco" del Maestro delle Vele ad Assisi, oppure il "Trionfo di San Tommaso d' Aquino" di Lippo Memmi della Santa Caterina di Pisa, tutte le opere nate sotto l' influsso artistico della Tomba di Arrigo VII, abbiano contribuito alia composizione simmetrica della tavola d' Orcagna costituita da varie figure e dominate al centre dalla figura grandiosa e assisa di Cristo. Secondo il Paoletti, la fugura centrale assisa rappresento' sia Cristo che Dio Padre, perche'con la colomba raffigurata in su dovette costituire il concetto della Trinita'. Inoltre la figura inginocchiata di sinistra significo' sia San Tommaso d' Aquino che Tommaso Strozzi, mentre quella di destra significo' sia San Pietro che Piero Strozzi. II fatto verificato qui di mostrare due doppi-personaggi per un altare di Trinita' potra' essere considerate come riflesso dell' Altare di San Bartolomeo incluso sotto la Tomba di Arrigo VII, coratterizzato dal concetto della Trinita' e dalla presenza appunto di doppi-pirsonaggi, cioe' Dio Padre-Uguccione della Faggiuola e Cristo-Fnancesco della Faggiuola. Gli affreschi di Nardo di Cione di circa 1355, "Paradiso" , "Giudizio Universale" e "Inferno" eseguiti per la stessa cappela in Santa Maria Novella riflettono varie simili composizioni gia' viste negli affreschi di Buffalmacco nel Camposanto di Pisa, ma specialmente il "Paradiso" e' dominata dalla composizione gia' apparsa nel pannello esistente nella sacrestia di Santa Maria Novella, opera di Maestro delle Immagini Domenicane caratterizzata dalla bidimensionalita', dalla giustapposizione verticale delle figure in ritratto e poi dalla composizione simmetrica, tutti caratteri derivati dall' arte di Tomba di Arrigo VII. Tale ricca pisanita' e la comunanza con l' arte della Tomba di Arrigo accertate nelle arti della Cappella Strozzi dovettero essere causate dagli interventi sia di Don Piero Strozzi che di Jacopo Passavanti, tutti e due gia' lettori dello studio teologico di Pisa e poi priori del convento di Santa Maria Novella. Sia la "Pentecoste" della vela sinistra che il "Trionfo di Tommaso d' Aquino" della parete sinistra degli affreschi della Sala Capitolare (Cappella degli Spagnoli) nel convento di Santa Maria Novella, eseguiti da Andrea da Firenze nel 1366-68, sono dominati dalle composizioni simmetriche e sottolineano l' esistenza della figura nucleare posta sull' asse centrale dell' insieme, cioe' sottolineano varii coretteri gia'visti nella tomba imperiale pisana. Per capire il perche' di tale fatto, bisognera' riccordare che gia' in quella sala esisteva il polittico di Bernardo Daddi raffigurante la Madonna col Bambino e quattro santi con i testi di Tommasp d' Aquino riguardanti il concetto di Corpus Domini. Per tale opera propagandistica dela dottorina dorftenicana, Daddi sottolineo' lo schema rigidamente simmetrico delle figure e la frontalita' della figura principale assisa. Era pieno di senso gerarchico appunto gia' visto nella Tomba di Arrigo VII. Andrea da Firenze inoltre mostro l' interesse sulla Tomba di Arrigo VII nel tondo della vetrata della facciata di Santa Maria Novella. Raffiguro' "l' Incoronazione della Vergine" e vi introdusse la figura inginocchiata del committente risalendo allo schema scultoreo in cima della tomba imperiale pisana, e facendo accerchiare tutto l' insieme con il motive oraamentale di foglie d' acanto simile a quello delle colonne tortili poggianti la tomba pisana. E di piu' Andrea creo' il tipo del trittico portatile raffigurante Maria al centro, sorretto dalla base al cui centre e' raffigurato il Cristo morto nella sua tomba, e sulla parte superiore delle due ali laterali rappresento'la scena dell' Annunciazione. Tutto l' insieme si puo'considerare come riflesso dello schema della Tomba di Arrigo VII composto dalla vera e prapria tomba nel pianterreno, dal gruppo scultoreo dell' "Imperatore assiso sul trono e cortigiani" nel primo piano, e sopra di cio, dalle statue raffiguranti i' Annunciazione. Anche Giovannni da Milano, di origine lombarda, mostro'l interesse sulla Tomba di Arrigo VII. Compose il suo Polittico di Ognisanti con sette pannelli principali riflettendo la composizione statuaria del primo piano della tomba e con le predelle raffiguranti le varie figure in piedi, riflettendo sia le figure degli apostoli sul sarcofago dell' Imperatore che le tre statue a tutto tondo poste sull' altare di San Bartolomeo. Giovanni dovette creare un altro polittico sempre riflettente lo schema architettonicoscultoreo della Tomba di Arrigo VII. II suo pannello centrale sara' "Cristo in Maesta' "della collezione Contini Bonacossi di Firenze. Isolate nel centre del pannello con i' attegiamento frontale e col senso fortemente gerarchico, Cristo riflette la figura dell' Imperatore assiso sul trono posto al centre del primo piano della tomba imperiale pisana. II Maestro della Cappella Rinuccini e' continuatore degle affreschi di Giovanni da Milano lasciati non finiti nella Cappella Rinuccini in Santa Croce, ed li ha compiuti. Questo pittore, forse per l' influsso orcagnesco ma anche per quello dato da Giovanni da Milano, mostroT interesse sulla Tomba di Arrigo VII. Nel polittico dell' Accademia di Fienze raffigurante "la visione di San Bernardo" ,mise nei due tondi delle estremita' di destra e di sinistra, la scena dell' Annunciazione riflettendo il gruppo statuario sopra il tetto del primo piano della tomba imperiale pisana, ed insieme con la raffigurazione del martirio del San Quintino posta nella predella, costituiscono il riflesso di varii piani della Tomba di Arrigo VII. La sua tavola "San Bartolomeo, San Michele e San Giuliano" dell' Accademia di Firenze, senza le suddivisioni per separare una figura dall'altra, si puo'considerare come opera piu' progredita rispetto al trittico raffigurante tre santi stanti gia' a Firenze iniziata nella prima meta' del Trecento dal Maestro del polittico della cappella Medici, e nel secondo Trecento proseguito da Nardo di Clone. E' certamente l'opera sintomatica per farci sapere sull' esistenza in questo maestro dell' interesse concreto sulla Tomba di Arrigo VII, e specialmente in questo caso sull' Altare di San Bartolomeo composto da tre statue stanti a tutto tondo.
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