ゴルドーニの解説を通して見た彼の喜劇の自己評価について : 1756年の『別荘生活』の場合
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概要
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Il costume del "Cicisbeo", ossia del Cavalier Servente, sorto nello scorcio del XVII secolo, dilaga rapidamente nell' intera aristocrazia italiana, e fiorisce per piu di un secolo fino al crollo dell' Ancien Regime ad opera della Rivoluzione borghese. Anche Goldoni e attratto da questo interessante fenomeno cosi esclusivamente italiano, prevalentemente aristocratico e sotterraneamente anticlericale, e ne ridicolizza la smoderatezza, anche se nel complesso ci appare piuttosto indulgente verso tale costume. Soprattutto nel dramma "la Villeggiatura", del 1756, egli si dedica a una riflessione teorica sul cicisbeismo, e ci pare che elogi il trionfo del casto amore platonico e della "vera costanza" tra le dame e i cavalieri. Che cosa intende comunicarci l'autore in questa commedia? Gli indizi per chiarirlo si trovano nei 3 commenti sull' opera da lui stesso trasmessici. 1) In "L'Autore a chi legge", del 1753, Goldoni scrive : "Questa commedia sarebbe stata piu fortunata, se alcune scene fossero state scritte con meno studio e con minor volonta di dir bene. Parve ad alcuni (o ad alcune) che i pensieri portati in Italia dal viaggiatore abbiano un po' dell'impertinente, e se mai tali massime venissero in qualche parte adottate, temono che si sconvoglierebbe il regno della galanteria. Oh verita benedetta, pochi ti vedono di buon occhio! Lettor carissimo, avrei da dirti parecchie cose, ma il tempo stringe, e si awicina la mia partenza per Roma...." Il suo commento fmisce qui e cede il posto alle chiacchiere sul soggiorno romano, impiegando uno spazio 3 volte piu ampio del commento. Perche 1'autore evita di parlare dell' opera, pur ammettendo al "letter carissimo" di avere "parecchie cose" da dirgli? Fino ad oggi nessuno ne ha spiegato il perche in modo convincente. 2) Le terzine del Capitolo veneziano del 1760: "E sentir criticar zente ordenarie / gode la nobilta, piu che sentir / certe cossete al so piaser contrarie. / Per esempio qualcossa ho inteso a dir / de la Villeggiatura, perche in quela / qualche soggeto s'ha sentio a ferir. / No i ha dito: "l'e bruta, o la xe bela"; / i ha dito: "no sta ben de publicar / certi costumi a suon de campanela." Questi "certi costumi" alludono sicuramente alia vita immorale dei nobili villeggianti interamente dediti ai giochi, ai banchetti e al malcostume dei cicisbei, e vi si puo intuire una forte irritazione dell'autore per l'arroganza del ceto aristocratico che "in se crede esser lecito cio che nell'inferior si condanna" 3) Nei "Memoires" del 1787 Goldoni ci appare come un giudice molto severo e distaccato nei confront! dei personaggi, e li condanna tutti in blocco come galanti e cicisbei: "Donna Florida, qui est de la partie de Donna Lavinia, a son cicisbee avec elle, et la maitresse de la maison a le sien. La jalousie s'en mele; la promenade fournit des rencontres de hasard, qu'on prend pour des rendez-vous. Les amies se brouillent; un mal de tete de commande derange la partie au milieu de la belle saison. Les Dames partent pour la ville, les galans les suivent, et la Piece finit. II n'y a point d'interet dans cette Comedie" Questa narrazione contiene una significativa discrepanza con l'originale; l'autore ricorda che "la promenade fournit des rencontres de hasard, qu'on prend pour des rendez-vous", mentre le scene in questione non si trovano nell'originale, e corrispondono esattamente a quelle della disputa dei cicisbei sulla costanza. E la dichiarazione che "il n'y a point d'interet dans cette Comedie" ci rivela che il tema del cicisbeismo non interessa granche il drammaturgo italiano di origine borghese, tantomeno i lettori francesi. Da questi presupposti si puo desumere che la correzione fatta nei "Memoires" sia nata dal pentimento dell'autore, cosciente che, se avesse scambiato le scene con quelle della passeggiata, avrebbe creato una commedia piu dinamica e piu accetta agli spettatori. Tornando a "L'Autore a chi legge" del 1758, vediamo come sia possibile spiegare la ragione della strana interruzione e del cambiamento del discorso. Gli spettatori presenti alia rappresentazione del 1756 avevano con ogni probabilita applaudito il discorso finale della protagonista che lodava la "vera costanza" dei nobili cicisbei, ma questa reazione non era stata prevista da Goldoni, che si aspettava un atteggiamento piuttosto critico degli spettatori nei confronti del cicisbeismo, pur coinvolgendoli come correi nell' affascinante mondo della decadenza. Le aspettative dell'autore erano state tradite, ma lui che mai aveva espresso il suo scontento verso gli spettatori, aveva messo una pietra sopra alia sua delusione segreta, con il pretesto che "il tempo stringe, e si awicina la mia partenza per Roma...."
- 2004-10-25